“A contatto con la natura” mostra fotografica di Attilio Gavioli e Alberto Mazzocchi”
A contatto con la Natura": siamo lieti di potervi segnalare la mostra fotografica che il nostro Alberto Mazzocchi assieme ad Attilio Gavioli inaugureranno il prossimo 16 Marzo presso la biblioteca comunale di Sabbioneta (MN). Un viaggio fotografico immersi nelle bellezze della natura che i due fotografi hanno magistralmente catturato e quindi stampato anche con tecniche "classiche" direttamente in Camera Oscura. Di seguito pubblichiamo alcune interessanti considerazioni degli autori della mostra. QUANDO: dal 16 marzo al 14 aprile 2013 - dal martedì al venerdì h. 15/18, sabato e domenica h. 10/13 e 14/17.30 DOVE: Palazzo Forti di Sabbioneta (MN), presso la Biblioteca Comunale in via Accademia 1
Andrea Danani - Fotocineclub Mantova
ATTILIO GAVIOLI
IL FOTOCONTATTO – La fotografia, così come la conosciamo da quasi duecento anni, sta scomparendo; il supporto digitale sta rapidamente soppiantando la vecchia pellicola. Il computer e la stampante hanno oramai relegato in soffitta l’ingranditore e le bacinelle con i bagni di sviluppo e fissaggio. Ancora pochi anni e la carta fotografica per il bianco e nero sarà pressoché introvabile; infatti alcune grandi aziende del settore hanno già cessato la produzione.
I fotogrammi qui esposti, realizzati utilizzando carta fotosensibile per la stampa in bianco e nero e vegetali, rappresentano dunque procedimenti tecnici destinati presto a scomparire.
Il fotocontatto è l’impronta lasciata da un oggetto appoggiato sulla carta fotografica esposta alla luce; se l’oggetto schermante è opaco, l’impronta risultante sarà bianca, mentre tutto attorno i sali d’argento contenuti nell’emulsione, verranno lentamente scuriti a causa della luce. Se invece l’oggetto appoggiato è parzialmente trasparente, come nel caso di molti vegetali, avremo delle infiltrazioni di luce che inizieranno a colorare la carta.
La difficoltà nel realizzare un fotocontatto consiste nell’individuare quello stadio intermedio della sua evoluzione, nel quale interrompere la reazione chimica in corso per ottenere ciò che ci si era prefissati all’inizio. E’ quasi superfluo aggiungere che non è possibile controllare momento per momento la trasformazione in atto sulla carta fotografica poiché questa è coperta dal vegetale.
La carta fotografica esposta alla luce inizia lentamente a scurire, in rapporto al tipo di luce e al tipo di emulsione. Nelle prime fasi dell’esposizione tuttavia, i diversi tipi di carta assumono colorazioni con tonalità che possono variare dal rosa all’azzurro, dal verde al blu. E’ proprio sfruttando questa caratteristica che, dopo una attenta sperimentazione, è possibile, almeno in parte, prevedere i risultati delle reazioni chimiche.
Le variabili che intervengono nella formazione di queste immagini sono: il tipo di emulsione, il tipo di vegetale, l’intensità del flusso luminoso, il tempo di esposizione.
L’interesse dell’autore per il fotocontatto è via via cresciuto negli anni, sperimentando i diversi materiali usati solitamente in un laboratorio fotografico. I risultati ottenuti, all’inizio casuali e inattesi, hanno portato ad una ricerca sempre più accurata con esiti spesso sorprendenti.
ALBERTO MAZZOCCHI
I COLORI DELLA NATURA – Ho incominciato a “trafficare” tanti anni or sono con acidi e carte in uno sgabuzzino ricavato in granaio, pomposamente battezzato camera oscura, quando il bianco e nero la faceva da padrone incontrastato soprattutto fra gli amatori.
Il lavoro mi ha costretto ad abbandonare pellicole ed ingranditore per molti anni ma ho mantenuto vivo l’interesse per le immagini attraverso la lettura di riviste e la visita a mostre.
Ma il motivo più profondo per cui questa passione si è mantenuta intatta così a lungo dipende dal ritenere che la ripresa fotografica sia il mezzo più efficace per trasmettere emozioni, sensazioni e per catturare, come si usa dire, l’attimo fuggente.
Grazie al perfezionamento delle macchine fotografiche digitali e la possibilità di utilizzare il personal computer per il lavoro successivo allo scatto la passione è riesplosa con forza ed ho quindi concentrato la mia attenzione sulla fotografia naturalistica: paesaggi, fiori, animali sono diventati i soggetti da me preferiti.
Ho aggiornata la attrezzatura cercando di seguire la veloce e profonda trasformazione che l’elettronica ha indotto anche in campo fotografico sforzandomi però di non diventare schiavo del mezzo, della caccia alla novità.
Con le foto, scattate in gran parte nel mantovano, cerco di bloccare gli istanti di emozione profonda che provo girando per boschi, valli e campi; mi auguro anche di riuscire con l’intento di trasmettere agli osservatori le mie sensazioni senza illudermi di toccare vette artistiche.
Mi impegno perché le immagini che faccio stampare siano “pulite”, tecnicamente corrette, quasi didattiche.
Ho quindi deciso di applicare durante la ripresa e la post produzione un paio di regole che mi sono dato e cioè evitare di riprendere animali che non siano completamente liberi per cui niente scatti in voliere e parchi zoologici e, soprattutto, mantenere il ricorso a “photoshop” entro limiti molto ristretti, entro quei limiti cioè che si potevano raggiungere, con tanto impegno, ai tempi dell’ingranditore e degli acidi.
La bellezza degli spettacoli che Madre Natura offre ripagano abbondantemente per gli inevitabili, piccoli sacrifici che la ricerca di colori, luci e soggetti un poco particolari impone: la natura è coinvolgente e affascinante. Molte sono le esperienze positive che si possono fare, molte sono le situazioni che stimolano la curiosità e che spingono a fare ricerche per conoscere più accuratamente il mondo che ci circonda.
Ma, purtroppo, molti sono anche gli episodi che rattristano e inducono a considerazioni non proprio liete. Un esempio: chi non è più giovane certamente ricorda il gracidare delle rane che, durante l’estate, ci accompagnava senza tregua. Oggi le campagne, gli stagni, i laghi sono silenti, muti.
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