di Giorgio Sacchi _____________________________________ Anno 1932. Sono passati sette anni dalla nascita ufficiale della prima fotocamera Leica (Leica I mod. A), due anni dalla presentazione della prima Leica a ottiche intercambiabili non standardizzate*, un anno dalla presentazione della Leica a ottiche intercambiabili standardizzate**. In casa Leitz le innovazioni si succedono a ritmo continuo regalandoci , in questo anno, una importante novità tuttora presente nella produzione di fotocamere Leica: il telemetro inserito nel corpo macchina e accoppiato all' obiettivo. La fotocamera in questione viene chiamata Leica II ed ha le seguenti caratteristiche:
_ Fotocamera a ottiche intercambiabili con innesto a vite standardizzato, passo 39×1.
_Otturatore a tendina a scorrimento orizzontale.
_ Formato 24×36.
_Messa a fuoco con telemetro a sdoppiamento di immagine, accoppiato all’ obiettivo.
_Tempi di esposizione da 1/20 di sec. a 1/500 di sec. più la posa Z (B).
_Comando tendina abbinata al trasporto pellicola per prevenire le doppie esposizioni
accidentali.
Entrando più nel dettaglio, vediamo in foto 1 come si presenta la fotocamera vista dall’ alto a scendere:

_bottone per il riavvolgimento della pellicola, telescopico ed estraibile
_la calotta superiore che ospita il gruppo mirino/telemetro e la slitta porta accessori
_regolatore delle istantanee da 1/20 a 1/500 di secondo più la posa Z (zeit=posa=B)
_leva per svincolare il comando della tendina dal trasporto pellicola (per consentire il
riavvolgimento del rullino esposto)
_bottone di scatto; la ghiera zigrinata che lo circonda serve a proteggere la filettatura
destinata all’ attacco di alcuni accessori (scatto flessibile, autoscatto, …)
_bottone per il simultaneo trasporto della pellicola e carica della tendina, coassiale con il
registratore automatico delle negative impressionate

Foto 2: nella calotta superiore la lente frontale del mirino (cornice rettangolare) è affiancata
da quelle del telemetro (cornici rotonde). Il mirino è predisposto per una lunghezza
focale di 5 cm e, pur mantenendo l’accoppiamento telemetro-obiettivo, usando
focali diverse è necessario utilizzare un idoneo mirino aggiuntivo da applicare alla
slitta porta accessori.

Foto 3: sulla calotta superiore si vede l’ oculare del telemetro e, staccato di circa un centimetro
verso destra, quello del mirino (entrambi con cornice rotonda).

Foto 4: si nota l’ ottica (in questo caso un Elmar 5 cm 1:3,5 in posizione di lavoro e focalizzato
all’infinito) con la leva che comanda sia il telemetro che la messa a fuoco del’ obiettivo.
Sul fondello inferiore si vede la chiavetta per aprire e chiudere il coperchio del vano
portapellicola.

Foto 5: dettaglio del bottone di riavvolgimento, estratto per poter riavvolgere la pellicola; per
questa operazione la levetta di svincolo del trascinamento pellicola deve essere in
posizione “R”. Nella foto non è presente l’ obiettivo al cui posto troviamo il tappo del
corpo macchina.

Foto 6: dettaglio del gruppo telemetro: il cilindretto che si vede all’ interno del bocchettone
portaottiche, viene mosso dall’ obiettivo durante la focheggiatura, azionando
conseguentemente il telemetro.
Lo “0” a ore 12 punzonato sul bocchettone ci dice che il corpo macchina è
standardizzato**; anche se la produzione di fotocamere/ottiche non standardizzate* è
già cessata, troveremo ancora per qualche anno questa indicazione, sia su questo che su
altri futuri modelli.

Foto 7: il fondello aperto lascia vedere il vano portapellicola ed il rocchetto ricevente
parzialmente estratto.
L’ ottica, in posizione rientrata, è focalizzata all’ infinito con la leva di messa a fuoco
bloccata a ore 7.
Con questa fotocamera ho recentemente impressionato un rullino in bianco e nero, con risultati di tutto rispetto. Il modello esaminato è contraddistinto dal numero di matricola 84316 che indica il 1932 come anno di produzione; data l’ età mi sembrano più che giustificati i piccoli segni d’ uso evidenziati dalle foto.
La Leica II è stata l’ ammiraglia di casa Leitz solamente sino al 1933 (presentazione della
Leica III), ma la produzione è continuata sino al 1948.
* ogni ottica doveva essere messa a punto sulla fotocamera cui era abbinata.
** tiraggio uguale per tutti i corpi macchina con totale intercambiabilità degli obiettivi e la cifra
“O” punzonata sul bocchettone porta ottiche