Intervista al #Presidente del Fotocineclub di #Mantova Gianni Cossu
Ringrazio personalmente Gianni Cossu, presidente del Fotocineclub di Mantova (di cui ho l'onore di esserne membro), per aver "giocato" assieme al sottoscritto nella piccola intervista che gli ho proposto nei giorni scorsi. A "furor di popolo" la proponiamo sul nostro blog.
Andrea Danani - Fotocineclub Mantova
Iniziamo con una presentazione lampo: chi è Gianni Cossu nella vita quotidiana?
Ho 56 anni. lavoro come medico di famiglia e sono sposato senza figli.
Spieghiamo a chi ci legge cos’è esattamente il Fotocineclub?
Il Fotocineclub di Mantova è un’ Associazione di amici-fotografi che collaborano tra loro per migliorare la propria produzione e cultura fotografica e per diffonderla e scambiarla con chiunque volesse contattarci. Lo spirito che da anni ci anima si basa su di una assoluta parità di dignità artistica e creativa, con uguale piacere e modestia sia nell’ offrire le proprie tecniche e le proprie esperienze, sia nel recepirle e farle proprie. L’ “egoismo” fotografico da noi è bandito: è triste, monotono, autoelogiativo e pietrificato. La fotografia è dinamismo di inventiva, di tecnica e, soprattutto, di collaborazione. La qualità della nostra produzione, così cresciuta in pochi anni, ne è testimone. Sono fiero dei nostri Soci, dai quali ogni lunedì imparo qualcosa di nuovo.
Da quanto tempo fai parte del Fotocineclub e quando ne sei diventato presidente?
Da almeno dieci anni sono socio e da almeno quattro anni sono Presidente …. almeno credo…

In che modo un appassionato di fotografia o produzione audiovisiva può entrare a far parte del Fotocineclub?
Si può venire qualsiasi lunedì dopo cena in Sede, in via Facciotto a Mantova e, se l’ Interessato gradisce, può frequentare tutto il corso di serate per i nove – dieci mesi di programmazione. La quota di iscrizione è di solo 35 euro all’anno. Indispensabile un randez vous preventivo sul nostro bel sito web.
Presidente, dai tuoi scatti notiamo un profondo amore per il bianco e nero, sappiamo anche che la tua fotografia è ancora impressa su pellicola, come mai questa scelta di non passare al digitale?
I motivi sono vari. La scelta del bianco e nero non è obbligatoria: a seconda del soggetto o del progetto, posso scegliere anche il colore. Amo la meccanica delle vecchie macchine analogiche e ultilizzo anche le ultime autofocus a pellicola, perchè mi propongo continuamente la sfida dell’ incognita del risultato, oltre ad apprezzare la naturalezza dei colori analogici, senza i timori di un’ artificiosità da correggere in post- produzione. Ma essenzialmente non ho tempo (lavoro molto) per una rielaborazione al pc degli scatti digitali e quindi…..viva la pellicola!!!
Sveliamo alcuni segreti: con che macchina fotografica scatti e quale “genere” fotografico prediligi?
Nikon F 80 (tre corpi macchina) con ottiche AF stabilizzate per il reportage e una delle tante fotocamere dal 1911 in poi per tutto il resto. Mi piace cambiare generi fotografici, ma prediligo reportage, street photography e fotonatura.
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Presidente, ci fa un bel sorriso?
Ci puoi raccontare un’esperienza con la tua macchina fotografica che non dimenticherai mai?
Mio padre morì a 46 anni quando io ne avevo 11. Imparai a fotografare a 15 anni con la sua Zeiss Ikon Contessa. Poi mi cadde e si ruppe. L’ anno scorso la ripresi in mano e vidi che era rotto solo l’ esposimetro. La smontai, la pulii e riuscii a scattare un buon rullino. Lo dedico a lui.
Da quale grande fotografo prendi ispirazione?
Sono uno dei milioni di fotografi affascinati dall’ “attimo fuggente” di Cartier-Bresson. Ma poi capii che per crescere con la propria personalità bisogna studiare non un solo maestro, ma TUTTI i maestri. La cultura fotografica è alla base di una buona identità creativa.
Sappiamo che sei un artista poliedrico, oltre alla fotografia la tua vena artistica verso quali ambiti ti conduce?
Sono un dilettante curioso: scrivo racconti e recensioni di libri e mostre fotografiche, disegno e pubblico i miei scarabocchi, da ragazzo scolpivo…ultimamente canto in un gruppo reggae – rock “anni ’70” (…siate buoni…)
Tornando alla fotografia: dicono che oggi questo mondo sia talmente standardizzato che è difficile identificare un artista dal suo stile, le foto si assomigliano tutte… concordi?
No, assolutamente. Le foto banali si assomigliano tutte, ma le belle foto hanno una tale carica di comunicazione che supera qualsiasi competenza, piacendo all’ istante. Le belle foto sono tante e dovunque: cerchiamole!
Ci puoi anticipare alcune iniziative per il futuro del Fotocineclub?
Digitale, ospiti dilettanti e professionisti e soprattutto web. Grazie a te, Andrea, abbiamo la chiave per uscire dal nostro orticello e finalmente cambiare millennio! La foto è da sempre comunicazione e condivisione: fino al 2000 solo con la carta stampata, da allora soprattutto con la rete. Tanto esistono gli scanner per pellicole…
Terminiamo chiedendoti di mostrarci una tua immagine con la quale hai un legame particolare e naturalmente ti ringraziamo per averci concesso questa speciale intervista senza nemmeno chiederci in anticipo le domande….
Lo skyline di New York di sghimbescio. Sicuramente non sono stato il primo a farlo, ma quante reazioni strane, diverse, quante copie di questa trasgressione! Mi hanno fatto piacere, soprattutto le copie. Credo di aver mosso un interesse per me assai gratificante.
Andrea Danani – Fotocineclub Mantova
